Ho voluto approfondire questo aspetto della specularità delle mappature psichiche per farti chiarezza riguardo al fatto che possiamo distinguere (almeno) due direzioni differenti e divergenti nei presupposti terapeutici di psicoterapie e tecnologie mentali.
Come hai potuto constatare direttamente, qui ci troviamo a tutti gli effetti di fronte a due paradigmi nettamente distinti: quello che possiamo definire (con un neologismo un po’ cacofonico) paradigma conscio-centrico e quello che possiamo definire (con un neologismo altrettanto cacofonico), paradigma inconscio-centrico. Nella figura qui sotto puoi vedere illustrati a quali dei due paradigmi appartengono le metodologie che ho incluso negli esempi qui proposti.
Purtroppo nell’epoca dei social e dell’eccitazione euforica della “reazione di pancia” tutto viene ridotto a tifoserie e a puerili meccanismi amico/nemico (o buoni/cattivi, che è anche peggio). Vorrei precisare che non è questo il caso. Se ho distinto due paradigmi è semplicemente per far chiarezza sul fatto che quando parliamo di strategie terapeutiche o di risoluzione di problemi utilizzando questo tipo di approcci non è detto che “parliamo la stessa lingua”. Però, anche se ovviamente Mind3® si colloca nel paradigma inconscio-centrico, ciò non significa che “noi” abbiamo ragione e “loro” torto; significa semplicemente che qualunque metodologia tu scelga (e sceglierai necessariamente quella che ti è più affine a livello spirituale) è bene che tu abbia chiari i presupposti su cui quella metodologia si basa. Presupposti che, in quanto paradigmi, sono, “alla radice”, tra loro difficilmente conciliabili.
Ecco in sintesi alcuni dei presupposti fondamentali dei due paradigmi:
Paradigma conscio-centrico
- Azione sui processi del contenuto inconscio
- Azione conscia per interrompere gli schemi inconsci
- Inconoscibilità del territorio inconscio
- Inaccessibilità al territorio inconscio
- Emersione inconscio-conscio
- Azione dal conscio all’inconscio
Paradigma inconscio-centrico
- Azione diretta sul contenuto inconscio
- Azione inconscia per interrompere gli schemi inconsci
- Inconoscibilità del territorio inconscio
- Accessibilità al territorio inconscio
- Immersione inconscio-conscio
- Azione dall’inconscio all’inconscio
Tenendo bene in mente il nostro obiettivo principale – la guarigione – al centro di tutta la questione dei due paradigmi possiamo porre due domande:
- Come si risolve il nostro problema?
- (e soprattutto) Dove si trova l’origine del problema?
Le risposte sono nettamente differenti:
Paradigma conscio-centrico
- Il nostro problema si risolve interrompendo gli schemi inconsci con l’azione conscia
- L’origine del problema si trova nei processi-schemi inconsci che emergono al livello dell’esperienza conscia.
Paradigma inconscio-centrico
- Il nostro problema si risolve lasciando agire direttamente l’energia psichica inconscia
- L’origine del problema si trova direttamente nel territorio inconscio
Dai due paradigmi inevitabilmente derivano implicazioni filosofiche e metafisiche altrettanto paradigmatiche: il paradigma conscio-centrico è più affine al paradigma antropocentrico e materialista mentre il paradigma inconscio-centrico è orientato al paradigma olo-centrico e spiritualista.
Con questo post ho voluto fare chiarezza sugli approcci terapeutici sia affinché tu possa scegliere in maniera più consapevole sia per evidenziare la posizione di Mind3®, che è precisa e netta. Infatti seppure sono radicalmente avverso a qualsiasi forma di tifoseria, neppure posso rivendicare la neutralità o equivalenza degli approcci.
Ritengo infatti che il paradigma inconscio-centrico sia più efficace per due ragioni essenziali:
- Perché è vero che i problemi si trovano nel territorio inconscio ed è lì che bisogna intervenire direttamente, lasciando agire l’energia psichica inconscia stessa
- Perché solo eradicando il problema dal territorio inconscio possiamo avere gli effetti che ricerchiamo: non a breve termine e neppure a medio o lungo termine. Parlo di effetti definitivi. Intendo risolvere definitivamente il nostro problema. Voltare definitivamente pagina senza tornarci più sù. Guarire finalmente, per sempre.
(2 – Fine)